La comunicazione che unisce
Le incomprensioni di comunicazione sono molto frequenti e fonte di frustrazione e ostilità in famiglia, nella coppia ma anche negli ambienti professionali o sociali.E’ capitato a tutti almeno una volta nella vita di venire fraintesi, un’ esperienza a volte dolorosa che può portare a conflitti nonostante la comunicazione rappresenti, nella sua accezione più profonda, la via per unire e dunque mettere in comune.Quante volte nell'intenzione di comunicare un tuo bisogno o una richiesta hai ottenuto l’effetto contrario, testimoniando un risultato distorto, magari carico di emotività sentendoti giudicato o peggio colpevolizzato?
Fin da ragazzina, dunque ben prima di occuparmi di formazione e crescita personale, mi dicevano che comunicavo anche con gli occhi, in effetti sono sempre stata empatica, abile ascoltatrice e osservatrice ma a volte quando affrontavo con coraggio e sincerità alcuni argomenti la mia acutezza razionale intimidiva e molte persone si sentivano “minacciate” dalla mia chiarezza, tanto da evitare di entrare in profondità di dialogo con me. Qualcosa non era integrato nel mio comunicare, sentivo che ne ero responsabile.I miei malumori non tardavano a crearsi fino a quando, nella mia ricerca verso l’età adulta, sono giunta ad aprire di più il cuore, a sviluppare una nuova attitudine a servizio di una comprensione più grande per gli stati d’animo dell’altro, ritrovando la giusta dolcezza e sensibilità nell'ascolto privo di identificazioni e di una comunicazione più morbida. Questa capacità di partecipazione emotiva agli stati d’animo altrui, detta anche “empatia”, si è schiusa attraverso lo sviluppo di un nuovo livello di consapevolezza.
E’ il sentire aperto verso la propria umanità e verità che crea uno spazio ricettivo, un vuoto che facilita l’ ascolto e l’ “entrare nell'altro”, sentendone le percezioni e gli stati d’animo. Questa propensione rafforza, nutre, fortifica le nostre relazioni. Per adottare una buona comunicazione non bastano conoscenze, tecniche persuasive o talento: la vera differenza la possiamo fare quando le nostre parole attingono da una fonte preziosa, il cuore. Questo vale che si tratti di un padre alle prese con un figlio che chiede o meglio pretende l’ultimo telefonino di tendenza tanto quanto un amministratore delegato alle prese con una negoziazione milionaria, la comunicazione efficace coinvolge costantemente tutte le aree della nostra esistenza.
Raggiungere qualità nei nostri dialoghi parte quindi dall'ascolto dell’interlocutore e dalla comprensione del suo stato d’animo lateralizzando il nostro “io”. Quando l’altro percepisce uno spazio di comprensione, attenzione e atteggiamento positivo non potrà che sentirsi accolto, ascoltato, coinvolto, stimolato.Sentire dal cuore senza emettere valutazioni e giudizi mentali è alla base di un’ attitudine alla comunicazione efficace e consapevole, una via che permette alle diversità di diventare affinità, alle contrapposizioni di trasformarsi in accordi in potenza d’essere. L’anima della comunicazione dal cuore si manifesta nell'attenzione al “noi” a dispetto dell’io, nella focalizzazione di un intento amorevole, nello spirito di unificazione, nell'offrire uno spazio vitale di libera espressività senza condizioni. Il cuore, grande trasmutatore e potenziatore di gentilezza, ci aiuta ad aprirci e ancorarci allaprofonda verità, a rivelare bisogni e sentimenti d’anima verbalizzati con assertività, nella responsabilità della posizione che si intende assumere. Un’anima che si esprime attraverso il cuore non lascia spazio a fraintendimenti ma solo ad un grandepotere di unione, solidarietà e pace. Forse è giunto anche per te il momento di renderti vuoto da vecchie identificazioni, per aprirti all'esprimere con totalità la miglior parte di te agli altri, nella riscoperta di una verità che non tradisce bensì unisce.
Michela Crivellaro